Al momento stai visualizzando Cos’è un decreto ingiuntivo e come fare ricorso (termini e costi)

Trovarsi nella posizione del debitore insolvente è una condizione scomoda e critica, soprattutto nel caso non sia derivata da una nostra diretta responsabilità.

Dal canto suo il creditore può non mostrarsi comprensivo nei nostri confronti e decidere di tutelare il suo diritto con lo strumento giuridico più efficace e immediato a sua disposizione: il decreto ingiuntivo.

Se spesso non abbiamo il pieno controllo sulle problematiche che ci mettono in seria difficoltà nel far fronte alle obbligazioni contratte (perdita del lavoro, una congiuntura negativa del mercato, improvvisa indisponibilità economica dovuta a cause di forza maggiore), la legge stessa ci illustra come fare opposizione a un decreto ingiuntivo.

Cos’è un decreto ingiuntivo

Andiamo ad analizzare nel dettaglio cos’è un decreto ingiuntivo, quali sono le contromisure che possiamo adottare e perché sia fondamentale agire con prontezza e velocità.

Il decreto ingiuntivo (chiamato anche provvedimento monitorio, ingiunzione di pagamento o di consegna) è un atto giudiziario con il quale il giudice, su richiesta del creditore, ingiunge al debitore il pagamento di un importo o la consegna di un bene.

Esistono diverse tipologie di credito per cui si può ricevere un decreto ingiuntivo e l’ampia casistica lascia intendere che un provvedimento del genere può toccare chiunque. I più comuni sono:

  • crediti bancari (dovuti a finanziamenti ed esposizioni non pagate)
  • contratti di fornitura merci ricevute e non pagate
  • canoni di locazioni non corrisposti
  • recupero crediti di oneri condominiali
  • posizioni debitorie in ambito lavorativo

In ogni caso la somma di denaro deve essere:

  • liquida: ossia quantificata nel suo preciso ammontare
  • esigibile: deve riguardare un credito scaduto, di cui il creditore possa ragionevolmente richiedere il pagamento

Per l’emissione di un decreto ingiuntivo è sufficiente la sola richiesta del creditore e può essere concessa dal giudice sulla base della documentazione presentata.

Come si vede è un procedimento che si concretizza in assenza di contraddittorio del debitore e che diventa titolo esecutivo in grado di aggredire forzatamente il suo patrimonio per recuperare quanto dovuto.

Il decreto ingiuntivo diviene quindi definitivo e quanto accertato nel ricorso non potrà successivamente essere contestato.

Come funziona il ricorso al decreto ingiuntivo

L’opposizione al Decreto Ingiuntivo è lo strumento con cui il soggetto ingiunto può impugnare davanti all’autorità giudiziaria il decreto emesso nei suoi confronti. Come funziona il ricorso a decreto ingiuntivo?

Si tratta di notificare con un atto una analitica contestazione all’ingiunzione di pagamento, indicando a supporto tutte le motivazioni per cui tale pretesa non sussista.

Il debitore può quindi far valere le sue ragioni riguardo l’infondatezza del credito vantato nei suoi riguardi, in quanto si dà luogo ad un contraddittorio a cognizione piena in cui si confrontano le contrastanti posizioni delle parti.

Il giudice, in questa sede, deve intervenire sul merito dell’esistenza del credito e l’onere della prova spetta al ricorrente, che dovrà produrre ulteriore documentazione a supporto di quanto già dichiarato. Lo scopo dell’ingiunto è soprattutto quello di ottenere la sospensione della provvisoria esecuzione (se il decreto è provvisoriamente esecutivo), oltre che la revoca stessa del decreto ingiuntivo.

Per questo è necessario agire nei tempi stabiliti dalla legge, senza accumulare ritardi controproducenti.

I termini per il ricorso all’opposizione a decreto ingiuntivo

Di fronte ad un’ingiunzione di pagamento, la velocità è tutto! Quali sono quindi i termini previsti per il ricorso all’opposizione a decreto ingiuntivo?

È consentito fare una formale opposizione entro 40 giorni dalla notifica del ricorso con l’allegato decreto di ingiunzione del pagamento.

Per quanto possa sembrare un margine di tempo relativamente ampio, bisogna tenere ben presente che entro 40 giorni deve compiersi l’avvenuta notifica alla controparte. È necessario quindi iniziare la pratica con un certo anticipo per la corretta formulazione dell’atto e scongiurare imprevisti di qualsiasi tipo in sede di notifica.

Soprattutto perché, in mancanza di formale opposizione, l’ingiunzione di pagamento diventerà un titolo esecutivo con il quale sarà possibile procedere con i successivi pignoramenti e quanto dichiarato nel ricorso non potrà più essere contestato, in quanto passato in giudicato.

L’unica eccezione riguarda i decreti ingiuntivi la cui notifica è stata ricevuta nel periodo di sospensione feriale (ovvero il lasso temporale dal 1° al 31 agosto) dove i termini per l’opposizione decorrono dal 1 settembre. La sospensione feriale non si applica alle materia di lavoro.

Esiste anche la possibilità di ricorrere all’opposizione tardiva, cioè un atto di impugnazione inoltrato dopo i 40 giorni previsti. Si tratta però di una misura di carattere eccezionale, che può essere accolta soltanto se il debitore dimostra di non essere venuto a conoscenza del decreto ingiuntivo per due motivi:

  • a causa di irregolarità della notificazione
  • per cause di forza maggiore

Il termine ultimo per il ricorso all’opposizione tardiva corrisponde a 10 giorni dal primo atto di esecuzione forzata ed in tal senso il giudice può sospendere l’esecutorietà del decreto. 

Quanto costa il ricorso a decreto ingiuntivo

Decidendo di contestare l’ingiunzione di pagamento si avvia una vera e propria causa davanti al giudice, procedimento che prevede una serie di spese. Nello specifico, quanto costa il ricorso a decreto ingiuntivo?

Quando si inizia un processo, l’attore o il ricorrente deve versare il contributo unificato ed il suo valore viene parametrato al valore della causa e alla materia. 

Per il procedimento di ingiunzione il valore del contributo unificato è dimezzato.  A titolo esemplificativo gli importi corrispondono a questi scaglioni:

  • per le cause inferiori a 1.100, euro il contributo dimezzato è pari a 21,50 euro
  • per le cause tra 1.100 e 5.200 euro il contributo dimezzato è pari a 49 euro
  • per le cause tra 5.200 e 26.000 euro il contributo dimezzato è pari a 118,50 euro
  • per le cause tra 26.000 e 52.000 euro il contributo dimezzato è pari a 259 euro
  • per le cause tra 52.000 e 260.000 euro il contributo dimezzato è pari a 379,50 euro
  • per le cause tra 260.000 e 520.000 euro il contributo dimezzato è pari a 607 euro
  • per le cause con importo superiore a 520.000 euro il contributo dimezzato è pari a 843 euro

Vi sono casi in cui il decreto ingiuntivo è esente dal pagamento del contributo unificato, come nelle pratiche di crediti da lavoro dipendente, in cui il lavoratore certifichi di avere un reddito familiare inferiore a circa 34.500,00 euro.

Anche per l’opposizione a decreto ingiuntivo il valore del contributo unificato è dimezzato. Lo stesso avviene in caso di domanda riconvenzionale che non superi il valore della causa. Invece, nell’ipotesi in cui la riconvenzionale comporti un aumento del valore (determinando il superamento dello scaglione) occorre versare un contributo unificato corrispondente a quello dovuto per la proposizione della domanda riconvenzionale stessa.

Le spese per una singola notifica solitamente si attestano intorno ai 20 euro (la cifra non è fissa), mentre in caso di notifica a mezzo PEC non vi sono spese.

Infine, bisogna corrispondere le competenze dell’avvocato per la procedura monitoria, che variano in base al valore della controversia, secondo le tabelle forensi (D.M. 55/2014).

Naturalmente per avere l’esatta percezione delle spese da sostenere bisogna metterle a confronto con i vantaggi che l’opposizione a decreto ingiuntivo può offrire in termini di salvaguardia del proprio patrimonio e di abbattimento delle pendenze.

Come abbiamo già avuto modo di illustrare, la tempestiva opposizione entro i 40 giorni dalla notifica del decreto ingiuntivo impedisce all’atto di diventare definitivo ed esecutivo, evitando la successiva emissione di un atto di precetto ed infine il pignoramento e la vendita all’incanto dei propri beni. Inoltre crea una barriera alla concreta possibilità che vengano pignorati anche crediti futuri, se l’estinzione del debito (maggiorato delle spese) non sia stata pienamente soddisfatta.

Un’altra evenienza che pochi conoscono è che il 75% delle opposizioni a decreto ingiuntivo si trasformano in ottime transazioni per le parti, arrivando ad accordi risolutori capaci di defalcare il debito iniziale di molte migliaia di euro senza attendere che l’iter processuale giunga a sentenza.

Conclusioni

Difendersi da un azione monitoria è sicuramente la scelta migliore che tu possa fare, insieme a quella di rivolgersi ad un avvocato specializzato in materia in quanto risulta fondamentale sapere esattamente come contestare il decreto ingiuntivo e con quali documenti a supporto.

Infatti in caso di opposizione non fondata su prova scritta si corre il rischio di avere una provvisoria esecuzione a sfavore del debitore, mentre aprendo un giudizio a cognizione piena si potrà contestare il debito e “guadagnare tempo” per una eventuale trattativa.

Dietro il progetto opposizionedecretoingiuntivo.it c’è l’attività di un avvocato che ha lavorato per 8 anni in un grande studio legale che prestava assistenza ai principali istituti di credito bancari italiani. Successivamente ho deciso di mettermi in proprio perché non si sentiva più a suo agio nell’intervenire nei confronti di persone che troppo spesso risultavano inadempienti senza dirette responsabilità (magari per perdite del posto di lavoro o motivi di salute).

Il valore aggiunto è frutto di quelle passate esperienze e sta proprio nel conoscere esattamente come rispondere alle richieste di ingiunzione di pagamento in modo mirato ed in tempi brevi, proprio perché per molti anni sono state curate le stesse procedure.

La strategia difensiva consolidata negli anni da opposizionedecretoingiuntivo.it prevede (a titolo esemplificativo e non esaustivo) i seguenti step:

  1. Verifica dell’atto notificato e della documentazione depositata nel fascicolo di controparte;
  2. Richieste e contestazioni stragiudiziali;
  3. Analisi giurimetrica della documentazione bancaria (in caso di decreto ingiuntivo bancario) – Analisi della documentazione fiscale di controparte (in caso di forniture) – Verifica bilanci e convocazioni (in materia condominiale) – Esame dei contratti, delle buste paga e dei conteggi (in materia di lavoro);
  1. Produzione del fascicolo dell’opposizione a supporto della difesa;
  2. Redazione e notifica dell’atto di opposizione a decreto ingiuntivo;
  3. Verifica percorribilità ipotesi transattive;
  4. Segue strategia personalizzata.

Infine il mio consiglio è di diffidare da chi offre consulenze gratuite, in quanto spesso sono fatte solo al fine di vendere un servizio senza un reale approfondimento sulla fattibilità stessa. Sono errori che in campo giuridico si pagano e potrebbero costarti molto più di una semplice consulenza a pagamento.

Arrivati a questo punto, credo che avrai capito l’importanza di agire subito e di farlo affidandoti a chi ha le giuste competenze, anche solo per ricevere una valutazione sulla fattibilità.

Fissa, in completa autonomia, l’appuntamento per una consulenza diretta con me

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