Decreto ingiuntivo definitivo: ridotto il debito da €120.000 a €40.000 grazie all’opposizione tardiva
Un consumatore romano si è visto notificare un decreto ingiuntivo per €120.000, diventato definitivo per mancata opposizione nei 40 giorni previsti. Solo due anni dopo, quando la banca ha avviato la procedura esecutiva sulla prima casa, il cliente si è rivolto al nostro studio legale. Da un’analisi accurata è emerso che il contratto conteneva clausole abusive, tra cui interessi moratori usurari.
Grazie all’applicazione della sentenza della Cassazione a Sezioni Unite n. 9479/2023, siamo riusciti a bloccare l’esecuzione e a ridurre il debito a €40.000, evitando la vendita dell’immobile.
Il contesto: un decreto non opposto e la minaccia del pignoramento
Il cliente aveva stipulato un prestito personale con una banca nazionale. Per vicende personali gravi, non ha potuto contestare il decreto entro i termini di legge. Quando la banca ha avviato il pignoramento immobiliare, ci siamo attivati per verificare:
- Il contratto originario di finanziamento;
- Il contenuto del decreto ingiuntivo;
- Gli atti della procedura esecutiva in corso.
Clausole abusive e nuova giurisprudenza favorevole al consumatore
La nostra strategia si è basata su due azioni:
- Istanza al Giudice dell’Esecuzione per sospendere il pignoramento;
- Opposizione tardiva al decreto ingiuntivo, fondata esclusivamente sull’abusività delle clausole contrattuali.
L’opposizione ha fatto leva sulla sentenza n. 9479/2023 della Cassazione, che consente l’opposizione tardiva se il giudice del monitorio non ha valutato d’ufficio la possibile abusività delle clausole contrattuali.
Clausole abusive riscontrate nel contratto
Dall’analisi del contratto bancario, sono emerse:
- Interessi moratori superiori alla soglia antiusura (violazione art. 1815, c. 2 c.c.);
- Penali di estinzione anticipata sproporzionate;
- Clausole di capitalizzazione trimestrale;
- Commissioni non trasparenti e non giustificate.
Conferma tecnica: il CTU ricalcola il debito reale
Nel giudizio di opposizione, il Tribunale di Roma ha nominato un Consulente Tecnico d’Ufficio (CTU). Il CTU ha confermato:
- La natura usuraria degli interessi moratori;
- La presenza di commissioni opache;
- Capitalizzazione non legittima degli interessi;
- Penali eccessive in caso di estinzione anticipata.
L’esito: -€80.000 di debito e niente asta sulla prima casa
Sulla base della consulenza tecnica, il Tribunale ha disposto:
- La revoca parziale del decreto ingiuntivo, da €120.000 a €40.000;
- La nullità delle clausole abusive;
- La modifica del pignoramento immobiliare per l’importo ridotto;
- La compensazione delle spese processuali, in virtù della novità della questione giuridica.
Un esito che ha permesso al nostro cliente di salvare la propria abitazione e accedere a un piano di rientro sostenibile.
Quando anche un decreto ingiuntivo definitivo può essere contestato
Grazie alla nuova giurisprudenza, anche un decreto ingiuntivo non opposto può essere rimesso in discussione in presenza di clausole abusive non valutate dal giudice originario.
Il nostro studio legale a Roma ha maturato una solida esperienza nella difesa dei consumatori in ambito bancario e finanziario, anche in situazioni ritenute “irrecuperabili”.
Cosa possiamo fare per te
- Esaminiamo i tuoi contratti bancari alla ricerca di clausole vessatorie o usura;
- Verifichiamo se il decreto ingiuntivo rispetta le garanzie del consumatore;
- Interveniamo anche in fase esecutiva avanzata;
- Attiviamo l’opposizione tardiva quando possibile, sulla base della giurisprudenza aggiornata.
Affidati a professionisti esperti
Non agire da solo. La difesa del consumatore contro contratti bancari abusivi richiede conoscenze specifiche e aggiornamento costante.
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