Al momento stai visualizzando [Caso Risolto] – NAPOLI – Opposizione D.I. bancario – Ricalcolo su affidamento in c/c: da €.62.000 a €.7.000
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Il caso risolto in questione riguarda il sig. Raffaele, piccolo commerciante, che per sopravvivere con i fornitori richiede una linea di credito su conto corrente ad un noto istituto di credito italiano.

Dopo diversi anni di rapporto lineare il sig. Raffaele comincia ad avere alcune difficoltà nel rientro sull’affidamento per questo la banca lo invita a sottoscrivere un piano di rientro che tuttavia cela al suo interno diverse dichiarazioni che renderebbero salvi diversi comportamenti illeciti della stessa banca.

Il commerciante, pur avendo sottoscritto il suddetto finanziamento non riesce ad onorare gli impegni così la banca gli notifica il decreto ingiuntivo.

La strategia difensiva utilizzata

Il sig. Raffaele non appena ha ricevuto la notifica del decreto ingiuntivo ci conferisce l’incarico di assistenza consegnandoci copiosa documentazione in suo possesso. Tra i tanti documenti balza all’occhio il piano di rientro che aveva firmato nella speranza di frenare l’aggressione della banca che tuttavia conteneva al suo interno delle dichiarazioni che avrebbero potuto impedire ogni contestazione. Ciò nonostante, in considerazione di recente giurisprudenza a favore sulla questione, abbiamo non solo contestato la validità delle suddette clausole ma attivato prontamente il nostro protocollo di gestione pratiche e richiesto tutta la documentazione a supporto della richiesta di pagamento, al fine di predisporre gli atti difensivi.

Nel merito dell’opposizione

Una volta raccolta tutta la documentazione è stata predisposta una elaborata perizia econometrica che supportasse le diverse eccezioni sviluppate nell’atto di opposizione, successivamente notificato. Alla prima udienza, fissata ad oltre sei mesi dalla notifica del decreto ingiuntivo, il giudice rilevava in prima istanza l’assoluta irrilevanza delle dichiarazioni “estorte” al sig. Raffaele nel piano di rientro, e successivamente rigettava la richiesta di provvisoria esecuzione avanzata dalla Banca.

Una volta depositata la consulenza tecnica di ufficio, nominata dal giudice, il legale della Banca prende contatti con lo studio per verificare un’ipotesi transattiva, alla luce dei riconteggi emersi.

In questo modo il commerciante è riuscito a sottoporre una proposta a saldo e stralcio di complessivi €.7.000,00, rispetto alla maggiore somma di €.62.000,00 richiesta nel decreto ingiuntivo, dilazionati in 36 rate mensili. Il sig. Raffaele ha potuto, così, riprendere serenamente la sua attività imprenditoriale.

Perché affidarsi opposizionidecretoingiuntivo.it

Costruire una precisa strategia difensiva in meno di 40 giorni e renderla sostenibile e percorribile nelle successive fasi è una operazione complessa, servono competenze multidisciplinari e anni di esperienza.

Ecco perché non dovresti mai affidarti a professionisti, società ed associazioni che non siano specializzati nella risoluzione di posizioni debitorie.

Errore ancora più grave è il “fai da te”, che rischia di compromettere irrimediabilmente la difesa da illegittime richieste di pagamento.

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